Dal Giappone con simpatia:
il bento tra “baracchino”
e collezionismo

11 giugno 2011
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Nuvole e gocce di pioggia decorano un bento "meteorologico"

Nuvole e gocce di pioggia decorano un bento “meteorologico”

Portarsi il pranzo da casa in ufficio o a scuola? In Giappone ci hanno già pensato da un pezzo. Per mangiare a costi più contenuti e, soprattutto, quello che si vuole. Il cibo viene portato dietro in una scatola, detta bento.

In Italia l’usanza è poco diffusa, forse alcuni li hanno visti nei manga e nei cartoni animati. Ma non mancano gli appassionati, e molte notizie si trovano sul blog di uno di loro: obentonet.forumfree.net.

Ma cos’è, e come funzione un bento? Innanzitutto è una scatola, spesso a scomparti. Ce ne sono di mille colori, più grandi e più piccole, a forma quadrata, ovale e anche di Hello Kitty. Nella scelta di un bento le ragazze e i bambini sono avvantaggiati: la maggioranza di quelli che si possono reperire in Italia (specie su Ebay) sono a colori vivaci come il rosa, l’azzurro e il giallo, e decorati da personaggi Disney o la sopracitata gattina. Ma il bento, in Giappone, è largamente utilizzato anche dagli uomini, in varianti più scure e professionali.

Una volta aperta la scatola si apre un mondo, col rischio concreto di diventare collezionisti di accessori: i portaposate (e le irrinunciabili bacchette), i kinchaku e i furoshiki (borsine termiche o di stoffa per portare il bento), e gli oshibori (le salviette). Ma ci sono anche le bottigliette per le salse e per le bevande e persino, per chi non ne sa fare a meno, i portapatatine.

Le casalinghe giapponesi (ma anche alcuni uomini) preparano i bento con cura: l’estetica del pranzo, una volta aperta la scatola, è importante. Il riso, spesso, prende la forma di onigiri (palle di riso ripiene e spesso decorate fino a sembrare dei personaggi), Le uova sode diventano faccine o automobili grazie a delle formine, mentre il formaggio viene tagliato a stelline e le carote a fiorellini. Anche in questo caso l’utilizzo di accessori (ne esistono di appositi per ogni funzione) renderà tutto molto più facile.

Il bento, solitamente, si prepara la sera prima, per evitare che i cibi caldi, in scatola facciano vapore e diano il loro odore a tutto il resto. Si evitano, salvo che non si disponga di contenitori appositi, i cibi liquidi: bisogna tener presente che le scatole conterranno la carne e la frutta, anche se in compartimenti diversi.

Nella foto: Nuvole e gocce decorano un bento “meteorologico” (dall’album Flickr di Gamene)

 

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2 Responses to Dal Giappone con simpatia:
il bento tra “baracchino”
e collezionismo

  1. gio76 on 17 giugno 2011 at 00:44

    ma come ha fatto la nuvoletta? ciao!

    • diciboealtrestorie on 17 giugno 2011 at 00:48

      In Giappone (anche in Italia si trovano) vendono un sacco di aggeggini per decorare le varie ‘portate’ del bento. Probabilmente hanno usato uno di quelli, la nuvola mi sembra fatta con la sottiletta o qualcosa del genere, decorata con l’alga scura secca che usano anche per il sushi… ciao! Nico

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