Fish&chips: anche a Genova c’è un angolo di Inghilterra

5 agosto 2011
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Un "fish&chips" britannico al tavolo: oltre al limone vengono servite le salse di accompagnamento

Un “fish&chips” britannico al tavolo: oltre al limone vengono servite le salse di accompagnamento

Fish&Chips. Per chi è stato quasi tre mesi tra i sudditi di Sua Maestà britannica è stato un passo importante della vita. Al pub, ma soprattutto dai “chippy”, i botteghini lungo la via. Un po’ della tradizione british, col XXI secolo, è sfumata: questa, infatti, voleva che il pesce impastellato fosse untissimo e avvolto con le patatine nella carta di giornale. Il tutto mangiato rovente, rigorosamente con le mani e per strada.

Oggi il fish&chips si mangia per lo più nei locali e l’effetto-spugna della pastella nell’olio si è un po’ contenuto. E il giornale? Sostituito da più igienici cartocci alimentari, piattini e vaschette di cartone. Nonostante gli adattamenti il pesce con le patatine è letteralmente un simbolo degli inglesi stessi.

Il pesce rappresenta il legame con il mare su cui l’impero britannico ha regnato incontrastato per secoli culminando nei fasti dell’età vittoriana. A essere impastellati sono tre varietà: cod, haddock, e plaice. Il primo è merluzzo, il secondo anche, ma un po’ più saporito e costoso. Entrambi sono seriamente minacciati dalla pesca eccessiva. La plaice, invece, è un pesce piatto simile alla platessa e dal sapore delicato. Il segreto sta nelle pastelle a base di latte, farine e lievito, a volte arricchite e rese più scure con la birra.

Le patate sono un po’ come i britannici, o almeno così dicono. Tutti diversi, anche un po’ individualisti ed eccentrici, ma in fondo parte dello stesso insieme un po’ come una chip con il suo tubero.

Il legame tra gli inglesi, la cucina e la rivoluzione industriale è storico. Il bollito alla salsa di menta fu per le donne operaie il modo per far cuocere la carne stando molte ore fuori casa. Il fish&chips fu il primo cibo veloce del mondo occidentale moderno. E le caratteristiche del fast food le ha più o meno tutte: si mangia rapidamente con le mani, ha molti grassi e molto sale. Insomma: è una goduria ma è meglio non esagerare.

In Inghilterra praticamente non c’è pub che non l’abbia, a volte accompagnato dall’onion gravy (una salsa a base di cipolle), oppure dai più comuni ketchup e maionese. Alcuni servono anche una crema di piselli alla menta. Ma c’è anche chi lo preferisce semplicemente accompagnato da sale e limone. Al pub l’abbinamento con una buona birra è più facile (si possono chiedere consigli), ma anche i chippy, i negozietti e i carretti lungo la strada, hanno il loro fascino.

I locali non mi perdoneranno l’uso un po’ disinvolto di “Gran Bretagna”, “Inghilterra” e “Regno Unito” che non sono sinonimi. Fish&chips, con qualche variante, si trova un po’ dappertutto: in Scozia, in Irlanda, ma anche in Canada e Australia, un tempo parti dell’impero. A seconda delle zone cambia la ricetta della pastella, si friggono pesci diversi, oppure gamberi e altri crostacei.

A Genova sembrerà impossibile, ma un piccolo angolo di impero britannico esiste dagli anni ’50. Il nome, Britannia, dice tutto. Lo storico locale si trova di fronte al Carlo Felice (vico Casana 76). Il fish&chips ce l’hanno, e pure buono. Le birre non mancano, soprattutto alla spina. Il posto ricorda i veri pub inglesi: accoglienti e informali al punto giusto, ma anche un po’ affollati e affumicati (nella zona riservata agli amanti del tabacco). Anche i prezzi miti sono in linea con quelli dei pub: con 10-15 euro si esce sazi.

Foto: Un “fish&chips” britannico al tavolo: oltre al limone vengono servite le salse di accompagnamento (by Simon Welsh, da Flickr).

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One Response to Fish&chips: anche a Genova c’è un angolo di Inghilterra

  1. gio76 on 5 agosto 2011 at 19:08

    grasso da paura, ma buonooo 🙂

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