Buccellato e vino di fico d’India. I dolci natalizi di Sicilia

21 dicembre 2012
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Frutta secca, biscotti alle mandorle e cubaita. Dalle trombe degli antichi Romani al Medioevo

La nostra rassegna natalizia oggi ci porta in Sicilia dove tra i dolci delle feste è protagonista  il buccellato, detto anche cucciddatu. Il nome deriva dal latino buccellatum, cioè pane da suddividere in piccoli bocconi.

La buccina, inoltre, era la tromba dei legionari romani dalla cui forma rotonda derivò la buccella, un pane a forma di ciambella che gli imperatori distribuivano al popolo tramite degli emissari detti buccellati.

Il nostro dolce natalizio, generalmente, si presenta come una ciambella di pasta frolla ripiena di fichi secchi (tradizione vuole che si utilizzino quelli che si comprano infilzati su una canna), uvetta, mandorle, scorze di arancia, gocce di cioccolato e altri ingredienti che cambiano a seconda della zona di produzione. Di solito, se è prodotto in pasticceria, viene ricoperto di frutta candita, altrimenti è glassato.

L’origine del buccellato come lo conosciamo oggi si ritiene risalga al tardo medioevo, sia per la modalità di preparazione, sia per la presenza della frutta secca.

In passato il buccellato veniva preparato dalle donne più anziane della casa nella novena di Natale e poi messo a centrotavola prima di essere consumato alla fine del pranzo natalizio. A Palermo viene preparato dai pasticceri con una forma rotonda che richiama la completezza e il buon auspicio; altrove si può trovare anche a corona o a mezzaluna.

In Sicilia, naturalmente, non mancano altri dolci natalizi: cominciamo dai nucatoli, tipici di Vizzini, biscotti molto semplici fatti solo con farina, zucchero, acqua, mandorle, cacao e cannella. Abbiamo poi la cubaita, molto simile a un torrone a base si sesamo, miele e mandorle che viene servito in piccoli pezzi spolverizzati con un po’ di zucchero a velo.

Tra le curiosità ricordiamo il vino cotto di ficodindia. Si ottiene dal succo di questo frutto a cui si unisce il mosto di uva nera filtrato attraverso un panno e messo a cuocere con zucchero, un pizzico di cannella e chiodi di garofano. Il tutto viene cotto finché non diventa cremoso, si fa raffreddare e si tconserva in bottiglie dal collo largo.

Foto: ritaglio da gerlos, da Flickr

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