Mangiare a Innsbruck: il nostro viaggio gastronomico

12 dicembre 2013
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innsbruck Arrivederci Innsbruck! Per il ponte dell’Immacolata ci siamo concessi un lungo weekend in questa bella città vicina al confine italiano.

Situata in una valle e a cavallo di un fiume (letteralmente significa ponte sull’Inn) Innsbruck conta circa 120.000 abitanti, una vivace presenza universitaria e turistica (molti gli italiani).

Il nostro hotel (Pension Friedl, ci siamo trovati benissimo e abbiamo speso poco) dista 2 km dal centro, per cui decidiamo di usare più il bus che l’automobile. Anzi, facciamo l’Innsbruck card: 39 euro per poter fare praticamente tutto per 48 ore. Sembra tanto, ma se si fa l’escursione a Hungerburg e funivia e si vede l’Hofburg si rientra quasi subito, e i mezzi pubblici sono compresi.

Oltre a vedere le principali attrazioni (Hofburg, Tettuccio d’oro, Torre civica e i numerosi mercatini di Natale) non potevamo non occuparci della gastronomia tirolese con i suoi salumi (in primis lo speck), formaggi, pani, canederli e non solo.  Ecco dove siamo stati.

flojosLa prima sera, appena arrivati, siamo andati da FloJos. Non è il classico ristorantino tipico, ma una steak house molto frequentata sia dai giovani autoctoni sia dai numerosi turisti italiani. L’ambientazione – compreso il laghetto interno – è pittoresca senza sconfinare nel kitsch. Ma veniamo al cibo: apriamo con due belle wiener schnitzel con patatine e salsa di frutti di bosco.  A seguire una patata bollita accompagnata da panna acida. Da bere due birre industriali, una weizen e un’ambrata. Ci troviamo bene e ben sazi con un conto nella media (20 euro a testa, meno che nella catene da centro commerciale).

Il pranzo del secondo giorno lo facciamo in piedi, ai mercatini di Natale di Hungerburg, un piccolo borgo sulle alture. Per arrivarci si prende una funicolare che parte dal centro congressi, dopodiché si può proseguire per le piste da sci con due funivie.Torniamo ai mercatini: qui mangiamo un bel brezel allo speck, una zuppa di goulash e il tipico Gluwein dei mercatini di Natale. Niente male come esperienza, anche se fa un po’ freddo e si mangia in piedi. Spesa: 11 euro in due senza rimorsi né rimpianti.

sachertorteIl nostro pomeriggio prosegue in uno dei locali simbolo della tradizione austriaca: il Café Sacher che si trova di fronte all’ingresso dell’Hofburg. L’ambientazione rosso-bianco-oro e la torta con la sua ricetta segreta sono le stesse della capitale. Ci accomodiamo al tavolino dopo qualche minuto di attesa e ci gustiamo una bella fetta di Sachertorte con caffè viennese accompagnato da panna montata (vera) e liquore al cioccolato. Rispetto alle imitazioni, la torta originale è meno dolciosa-morbidosa-marmellatosa, e l’abbinamento col caffè è meraviglioso. Usciamo sazi (ceneremo?) con un danno economico di circa 20 euro in due: non molto se confrontiamo con qualsiasi bar italiano di tendenza. Le Sachertorte piccolo size (400 gr) costa 20,50 euro l’una, un po’ più della media delle nostre pasticcerie, ma l’originalità ha il suo prezzo e la tipica scatolina di legno resta.

altsdadtLa seconda sera optiamo per una cena più tipica. Dopo un bel po’ di giri per smaltire la torta del pomeriggio arriviamo in un posto chiamato Altstadt Shmankerl. Il locale è pieno ma ci liberano un tavolo, probabilmente riservato per ore più tarde. Ci concediamo un tris di wurstel con senape e crauti ma soprattutto un piatto di canederli alle verdure con burro e salvia. Il locale propone questi tipici gnocchi del Tirolo in diverse varianti, anche in brodo. Il servizio è fin troppo veloce e con le nostre quattro parole di tedesco finisce che arrivano due strudel anziché uno. Va beh, tanto che ci siamo… le porzioni sono enormi e finirli divenza quasi una sfida fisica. Nel complesso il servizio è buono e il conto onesto (35-40 euro in due).

Il nostro ultimo pranzo austriaco, tra cartoline da spedire e rientro da non rimandare troppo è nel segno della velocità. Al City Pub prendiamo un toast allo speck cotto e formaggio (con salse) e un piatto di salsiccette doppie accompagnati da due birre, una Edelweiss e una Alcoholfrei (buonina, cosa non proprio comune) di cui non ricordiamo il nome.

Souvenir gastronomici: il centro storico di Innsbruck è pieno di negozi di speck, prodotti tipici, bevande e formaggi. Visto il budget ridotto e la voglia di fare la spesa come loro optiamo per un supermercato del centro (Spar). La scelta è ampia, i prezzi un po’ più bassi, tant’è che torniamo a casa carichi come muli. Ecco i nostri souvenir golosi: salsiccette Landjager, formaggio tirolese (di montagna, assai ‘spesso’ nonché ‘puzzolente’), speck magro di carré di maiale, pane di segale croccante, brezel, biscotti speziati, Zelten, Mozart Kugeln, birra artigianale tirolese, Gluwein (vin brulé già pronto da scaldare) e Schnaps (grappa) alla genziana.

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