Riciclare gli avanzi del pranzo di Natale: ecco qualche idea

25 dicembre 2013
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Esubero di panettoni, spumanti e altre prelibatezze? Consigli gustosi per non sprecare (e iniziare a pensare a Capodanno)

Il panttone rimasto? Una risorsa per un dolce al cucchiaio semplice e gustoso

Natale è l’occasione per fare grandi banchetti in famiglia e con gli amici. L’abbondanza è segno della festa, ma lo spreco proprio non ci va giù. Ecco qualche idea per non buttare via niente pensandoci prima e… riciclare quello che resta, magari creando delle piccole squisitezze.

Prima mossa: prevenire gli avanzi. La cosa migliore è prevedere la voracità dei commensali e preparare le dosi abbondanti, ma non eccessive. Considerate, inoltre, che il vostro appetito è una piramide rovesciata. Gli antipasti vanno bene abbondanti, i primi pure, ma i (costosi) secondi avanzano sempre. Per quanto riguarda il tradizionale arrosto sappiate che – dopo quel piattone di ravioli – due fettine sono sufficienti a sfamare il più cinghiale dell’allegra brigata. E che quel branzino – magari fresco e  selvaggio – sarà appena toccato per buona educazione. Per non parlare della snobbatissima insalata mista, a malapena toccata dal più salutista dell’allegra compagnia.

Un’ottima idea è non esagerare coi primi e cuocere solo la quantità di pasta fresca necessaria e congelare il resto ancora crudo. Ci impiegherete pochi minuti in più, ma risparmierete un’ora di lavoro al pranzo successivo senza perdere gusto. Se avete un secondo di carne e uno di pesce mandate avanti quest’ultimo. I prodotti ittici si conservano meno e sono più difficili da riutilizzare.

Seconda mossa: riciclare. Lo sappiamo: la suocera che assaggia in punta di forchetta e lo stoico che si mette a dieta il 21 dicembre fanno parte del genere umano. Per non parlare degli innominabili tira-pacco del 25 dicembre ore 12.

Gli antipasti, complice l’appetito, di solito non avanzano. Se sono rimaste delle fette di torta salata, quiche e via  dicendo l’idea migliore è metterle in congelatore. Subito. Si tratta di prodotti freschi che necessitano di una corretta conservazione.

Un inciso sul congelatore. Specie per brevi periodi, questa meravigliosa invenzione non uccide i sapori. La bassa temperatura tiene a cuccia i microbi (che – anche se avete le manine pulite – ci sono sempre). Tenere tutto in frigo, specie senza contenitori chiusi, fa passare gli odori (mai provato quel latte all’aroma di carne coi peperoni?). Per non parlare della contaminazione crociata (i microbi del prosciutto fanno amicizia con quelli delle uova, del pesce e così via… ma per noi non è una festa). Attenzione, però: gli acetelli e le verdure crude in congelatore non ci vanno, e neppure la frutta: il ghiaccio rompe le fibre e li tirereste fuori mosci mosci.

I salumi si conservano in frigo per parecchi giorni. Se non li mangiate nudi e crudi, potete proporli sulle tartine di Capodanno. Il prosciutto cotto torna sempre utile nei toast, mentre il crudo va sui saltimbocca alla romana, con le uova al posto del bacon, o  ancora sopra un melone invernale. Se proprio non sapete che fare con gli avanzi di mortadella, cotto e salse, il mixer è l’ultima risorsa: ne ricaverete un discreto paté che potrete sempre correggere con qualche cappero o un po’ di maionese.

La pasta già cotta e al sugo è facile da riciclare. L’idea migliore è quella del tortino di Santo Stefano. Padella, un po’ d’olio e i vostri ravioli/taglierini fatti scaldare con un po’ di grana. Una goduria per chi non è a dieta. Anche il risotto si presta benissimo (anche meglio della pasta!) al tortino: basta dargli la forma e scaldarlo.

Il tradizionale arrosto può trasformarsi in mille modi. Il congelatore è sempre l’alleato migliore: affettate la carne e riponetela già porzionata. Tornerà utile quando non vorrete cucinare. Altrimenti può diventare carne in gelatina, al sugo, polpette o l’immancabile paté per riempire vol-au-vent e salatini.

Prodotti ittici. Se vi è rimasto del filetto di orata, branzino o simili potreste togliere le spine e preparare il ripieno per degli squisiti ravioli di pesce. Con la polpa dei crostacei, invece, vengono delle ottime insalate da condire con olio e limone (ricordate quella lattuga intonsa di contorno?). Una nota: l’astice, nelle sue durissime chele, ha della polpa buonissima e buttarla via è proprio un peccato. Idem – con patate – per polpi, totani, calamari e moscardini. Infine ci sono sempre i sughi ai frutti di mare in cui potete mettere un po’ di tutto, cozze e vongole comprese.

I dolci. Vi sono rimasti quel mezzo panettone (e magari anche mezzo pandoro?). Niente paura: potrete sempre tenerli qualche giorno e farne uno squisito dolce al cucchiaio con crema pasticcera e liquore (alchermes, maraschino, amaretto…) per il banchetto di Capodanno. Il pandolce genovese, il torrone e il panforte, invece, li potrete gustare con calma perché, essendo asciutti, si conservano a lungo.

I vini. A volte avanzano anche quelli. Resta un fondo nel decanter? L’ideale è chiuderlo e usarlo in cucina. Se invece avete delle bottiglie di pregio appena iniziate, potete ritapparle con cura (esistono pure dei marchingegni che tolgono l’aria per una migliore conservazione). Last but not least, per smaltire i rossi, con un po’ di spezie, si può sempre preparare il caro e invernale vin brulé.

Più difficile il riutilizzo dello spumante dove la diatrìba tra brut e dolce fa avanzare delle mezze bottiglie. L’ideale è ritappare subito e consumare il prima possibile. Dopo poche ore a bottiglia aperta, infatti, le bollicine svaniscono e vi resta una broda. Il secco può sempre tornare utile come bianco in cucina (ma che peccato con lo Champagne!). Un piccolo avanzo di dolce, moscato e brachetto può sempre integrare un vin brulé oppure la zuppa di panettone e pandoro di cui scrivevamo sopra.

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