Dagli Inca agli gnocchi: la Sagra (e la saga) della patata

29 settembre 2011
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Domani a Rovegno, in val Trebbia, ci sarà la 42a edizione della Sagra della patata. Gli stand saranno aperti dalle 10.00 alle 18.00 circa e proporranno patate fritte (dalla mattina), dolci e ciambelle (a partire dal primo pomeriggio). Il tutto, beninteso, a base del prezioso tubero. Alle 17.00 ci saranno le premiazioni: la patata più grande, quella più strana, ma anche le ricette più originali. La manifestazione si chiuderà intorno alle 18.00 con il tradizionale lancio della mongolfiera.

A volte l’approccio con le patate è un po’ semplicistico. Quando la scelta non cade sulla “gialla” adatta a ogni uso in cucina, tutt’al più si distingue tra la “bianca” farinosa e adatta a puré e bolliti e la “rossa”, utilizzata per il fritto.

Eppure in Italia esistono molte varietà di patata, alcune delle quali hanno avuto il riconoscimento di Prodotto agroalimentare tradizionale: tra queste la quarantina bianca genovese, la patata di Bologna, quella della Sila, quella trentina di montagna. Anche alcuni piatti tipici italiani a base di questo tubero hanno questo riconoscimento: in Liguria, d esempio, il pane di patate di Pignone.

La patata, Solanum tuberosum per gli scienziati,  è originaria dell’America centrale. Già dal II millennio a.C. sulle Ande veniva essiccata con un lungo procedimento e usata come scorta alimentare. Il nome, infatti, deriva dal termine quechua papa utilizzato ancora oggi in spagnolo (accanto a patata), diffusosi poi in Italia e in Europa grazie all’italiano e all’inglese. Un altro nome è tartifola, vista la somiglianza col tartufo: questo si è poi trasformato nel tedesco Kartoffel. Mentre i francesi (forse più poetici o meno inclini a “importare”) dicono semplicemente  pomme de terre.

All’inizio la patata fu coltivata a solo scopo ornamentale. Anche se si diffuse ben presto come cibo in Europa e in Nord America, vi furono delle resistenze: il tubero, infatti, era considerato insalubre in quanto cresce sotto terra e non era mai stato citato nella Bibbia. In Russia fu definito cibo del diavolo e per convincere i contadini a coltivarlo fu emanato un editto che minacciava il taglio del naso e delle orecchie. Oggi è base di diversi piatti dell’Est Europa e del suo liquore più famoso: la vodka.

In Europa centrale e in alcuni paesi come l’Irlanda la patata è stata la base della dieta delle persone che non potevano permettersi altro. I “mangiatori di patate” dell’Olanda di fine ‘800 ispirarono un celebre quadro di Van Gogh. In Irlanda dal 1845 al 1849 una forma di peronospera face tuberi causando una delle carestie più spaventose della storie d’Europa. Masse di persone allo stremo si riversarono in ogni possibile imbarcazione diretta in Canada, Stati Uniti e Gran Bretagna. Grosse Isle,  una sorta di “Lampedusa canadese” di 8 chilometri quadrati attrezzata per l’accoglienza di 200 persone, nel 1846 fu letteralmente invasa: a fine maggio la fila di navi in attesa di sbarcare il loro carico umano era lunga due miglia.

In Italia la patata costutuisce spesso un cibo alternativo al cereale più utilizzato: il grano. Nelle aree montane, però, fu un alimento primario fino a pochi decenni fa. In alcune ricette cereali e patate si mescolano dando vita a golosità molto apprezzate come gli gnocchi. Ancora oggi nel mondo questo tubero sfama e stuzzica il gusto di milioni di persone, al punto che il 2008 è stato dichiarato dall’Onu “Anno internazionale della patata”. Per l’occasione la Svizzera ha emesso anche un francobollo celebrativo.

Foto: by bluguia_pablo, da Flickr

 

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