Mangiare in Toscana: Volterra, San Gimignano, San Galgano

13 maggio 2014
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Un weekend in Toscana! Volterra, San Gimignano, San Galgano più una puntatina a Siena – sono state l’occasione per apprezzare e conoscere – almeno un po’ – la terra della cinta senese, dei pici cacio e pepe e del Brunello.

VOLTERRA – Dopo un bel po’ di chilometri ci fermiamo a Volterra per la nostra prima sosta. Per cena scegliamo (a naso) La Vecchia Lira: locale accogliente, colori caldi e botti di vino come decorazioni. La cena si apre con una schiacciata e salsine di benvenuto. Di primo ordiniamo una zuppa alla volterrana (una versione leggermente diversa della ribollita) e i caratteristici pici cacio e pepe. Ricette semplici, ma i risultati sono piacevoli e non banali e i piatti sono abbondanti.Già pienotti ci dividiamo uno stufato di cinghiale, mentre per dolce scegliamo torta ai frutti di bosco e morbidezza al limone. Il tutto piacevolissimo e rigorosamente homemade. Da bere vino della casa, anche se la cena forse avrebbe meritato una bottiglia di rosso toscano.

Sempre a Volterra – per la notte – segnaliamo l’Agriturismo Mannaioni: ampie camere (anzi: appartamenti), ricca e buona la prima colazione. Fatevi però spiegare bene la strada per arrivare al telefono.

SAN GIMIGNANO – Dopo Volterra proseguiamo per la città delle torri. Per pranzo più di uno snack non ci sta e ne profittiamo per provare la celebre Gelateria Dondoli, conosciuta come di piazza. Tra le sue creazioni abbiamo assaggiato la Crema di Santa Fina (all’arancia aromatizzata con bacche di vaniglia Bourbin del Madagascar, pistilli di zafferano di San Gimignano e pinoli pisani) e la Crema de’Pazzi (ricca crema all’uovo profumata con scorza di arancia amara, Grand Marnier, scaglie di copertura di cioccolato fondente e mandorle pralinate). Come sorbetto, invece, abbiamo provato lo Champelmo (spumante di Vernaccia e pompelmo, miglior gelato Gambero Rosso 2006).

SIENA – La seconda sera la passiamo nella città del Palio. E’ sabato e dovevamo sapere che trovare posto in trattoria non è facile. Alla fine troviamo un tavolo fuori all’Osteria La Piana. Ripetiamo l’esperienza dei pici, stavolta all’aglione (pomodoro, aglio) e dell’orto (zucchine, fagiolini e pomodorini con ricotta). Seguono ossobuco alla senese (il soffritto viene cotto insieme alla carne) e stracotto di cinghiale. Chiudiamo con i tradizionali cantucci accompagnati dal vin santo. Ne usciamo con un’ottima impressione, con un conto sui 25 a testa caffè compreso.

SAN GALGANO – Per il pranzo della domenica – complice una bella giornata di sole – ci fermiamo al Salendo, un wine bar all’aperto situato proprio sotto l’eremo. All’inizio diffidiamo di un luogo così vicino a una meta turistica, ma il naso ci dice che andrà bene e azzecchiamo. Ordiniamo due piatti misti del bosco (salame di cinghiale, al tartufo, ai funghi e lonza di cinghiale) e un misto di formaggi (pecorino stagionato e alle noci accompagnati da miele di castagno; pecorino con le erbe con marmellata di cipolle e un altro tipo ancora con marmellata di fichi e peperoncino). Il tutto annaffiato da due bicchieri di vino rosso barricato.

NEGOZI DI PRODOTTI TIPICI – Sarà un’impressione, ma ci sembra che di negozi di souvenir non ve ne siano più molti e che i monumenti in plastica siano un po’ out. Al loro posto i prodotti enogastronomici del territorio. Per il nostro shopping goloso non ce li siamo persi, anche se abbiamo privilegiato – quando possibile – i negozi di alimentari frequentati dalla gente del posto. Alla fine siamo tornati a casa con: pici, finocchiona, vino di San Galgano, pecorino più e meno stagionato e cantucci. Per gustare un po’ di Toscana in attesa del nostro prossimo giro.

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