Nduja, agnolotti e babà:
a Regionando
14 cucine a confronto

2 settembre 2011
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Il logo di "Regionando"

Il logo di “Regionando”

Un giro culinario d’Italia in un paese del Basso Piemonte. Il 3 e il 4 settembre, dalle 19.30, a San Salvatore Monferrato c’è Regionando, una festa dedicata ai sapori e alle tradizioni delle diverse parti d’Italia. Le regioni rappresentate sono ben quattordici: Piemonte, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Lombardia e le new entries dell’anno: Emilia Romagna e Basilicata.

La scelta è ampia e ricca di gusto e il tutto è abbinabile a diversi vini regionali. Iniziamo dal Nord. Il Piemonte gioca in casa con gli agnolotti di stufato e il gran misto piemontese di testina, lingua, cotechino, lumache, brasato e “tonno” di coniglio (la carne viene cotta e messa sott’olio). La Valle d’Aosta propone i tipici piatti di montagna. La Liguria non poteva non essere rappresentata dalle trofie al pesto e dal fritto di pesce. Tra le specialità lombarde più interessanti i pizzoccheri della Valtellina realizzati con grano saraceno, formaggio e verze. Il Veneto è rappresentato al massimo da polenta e baccalà, mentre l’Emilia-Romagna porta i suoi antipasti di salumi (crudo, culatello) e la celebre piadina romagnola.

Passando al Centro ci spostiamo in Toscana, regione di colline e di mare,  rappresentata dal cacciucco livornese, dai calamari ripieni e dai cantucci al vin santo tipici soprattutto di Siena. L’Umbria, invece, è rappresentata dai vincisgrassi, un piatto al forno di Foligno costituito da strati di pasta conditi con besciamella, ragù di carne, prosciutto, tartufo e pecorino. E ancora il coniglio in salmì, i crostini di pollo e la rocciata, un tipico dolce ripieno di noci, marmellata e miele che si potrebbe confrontare con lo strudel dello stand lombardo.

Il Sud, infine, è ben rappresentato. La Campania porta gli gnocchi alla sorrentina e la salsiccia con friarelli (fiori di broccolo soffritti), e  i suoi celeberrimi dolci: sfogliatelle, pastiera e babà. La Puglia è rappresentata dalle paste (orecchiette e minchiareddi), dalle polpette strascinate e dal pasticciotto, un dolce salentino ripieno di crema pasticciera. Tipica della Calabria, invece è la nduja, un salame morbido di carne di maiale, un po’ di grasso e molto peperoncino piccante (qui servito con mozzarella). Ma anche stoccafisso calabrese, bruschette e le zeppole, le tipiche frittelle salate della vigilia di Natale. Dopo Veneto e Calabria, il merluzzo (ora baccalà) torna anche nelle proposte della Basilicata, stavolta con i peperoni in agrodolce. Della stessa regione anche gli strascinati (una pasta fatta aa mano) con tris di carne e i ficoni (frittelle con acciuga).

Caratteristici, infine, i prodotti delle isole. La Sicilia propone tre dei suoi “grandi classici”: arancini, cannoli e cassata. Oltre a questi, ci sono i maccheroni alla siciliana con pomodori, provola e melanziane, tradizione passata poi a Napoli, un tempo capitale del Regno delle Due Sicilie.  Anche la Sardegna propone piatti celebri, come il pane carasau con salame e pecorino, gli gnocchetti sardi (maloreddu) e le seadas, dolci a base di semola, formaggio e miele.

Per il dopo cena sono in programma musiche e balli. L’iniziativa vuole essere non solo un festival del gusto, ma un’occasione per riscoprire tradizioni di borghi magari lontani.

Per arrivare a San Salvatore Monferrato (da Genova) occorre prendere l’A26, poi l’A21 verso Piacenza e uscire ad Alessandria Ovest. Da qui si va in direzione di Gerlotto e Castelletto Monferrato e si prosegue fino a San Salvatore (dall’autostrada sono 5-6 chilometri). Maggiori informzioni sul sito della manifestazione.

 

 

 

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