Tra mirto e cinghiali, alla scoperta dei sapori della Corsica

6 maggio 2011
By
Specialità corse: la lonza, il figatellu e la forma di pecora

Specialità corse: la lonza, il figatellu e la forma di pecora

In Corsica ci sono i ristoranti francesi (pochi), quelli tipici e i posti per turisti in cerca di pizza e ‘tagliatelle bolognese’. Quasi tutti, però, propongono taglieri di charcouterie corsa. I due salumi più conosciuti dell’isola sono la coppa e la lonza. La coppa è un misto di parti magre e grasse e si sposa bene con il pane e il burro, mentre la lonza (la più pregiata) è tutta magra e dal tipico sapore pepato. I maiali corsi, rispetto a quelli a cui siamo abituati, sono pelosi e più selvatici (una via di mezzo con il cinghiale) e vengono allevati all’interno dell’isola allo stato semi-brado (capita di trovarli in giro per strada).

Un fiore all’occhiello della charcouterie corsa è il figatellu: si tratta di una salsiccia a base di fegato di maiale, venduta per lo più stagionata. La variante cruda è stata oggetto di vivaci polemiche tra corsi e francesi continentali in merito alla possibilità di contrarre l’epatite dal fegato del maiale. Per fugare ogni minimo sospetto si consiglia di mangiare il figatellu da cotto, anche quello stagionato. Un’idea: alla brace con la polenta.

E veniamo ai formaggi: il brocciu è un formaggio fresco di latte di pecora (o di capra) ed è il simbolo culinario dell’isola. Non è molto diverso dalla ricotta, e si trova stagionato fino a diversi mesi. Si trova un po’ da tutte le parti, in omelette, nei ravioli e nei cannelloni. I ravioli di forma rotonda e i cannelloni sono aromatizzati con la menta e conditi con il sugo rosso di carne. Anche i dolci conoscono il brocciu, come il fiadone, una torta da non perdere a base del tipico formaggio.

Per chi si orienta sulla pasta dura, una qualità abbastanza facile da reperire è la forma di pecora. Di solito la vendono in forme da chilo o a metà. La crosta è gialla, a volte coperta da un po’ di muffe, l’aroma e il sapore sono molto forti. Nei ristoranti viene servito su taglieri o piatti in abbinamento alla marmellata di fichi, o di fichi e noci (un’altra chicca dell’isola).

Un altro formaggio molto particolare è il fleur du maquis, prodotto con il latte di capra e ricoperto con santoreggia, rosmarino ed erbe aromatiche. Il nome significa ‘fiore della macchia’, il sottobosco corso un tempo tana di briganti e ribelli. Un consiglio: comprare salumi e formaggi all’ultimo, soprattutto il brocciu che è fresco. I prodotti corsi sono profumati, diciamo anche odorosi, e averli in valigia sotto il sole non è il massimo. Ma d’altra parte non è sempre facile trovare un formaggio tipico dall’altro capo dell’isola. Per fare scorta, pertanto, occorre regolarsi di conseguenza.

La birra corsa più rinomata è la Pietra, tipica per il suo aroma di castagna. La si trova anche in Italia, e sull’isola è diffusa praticamente in tutti i locali. Ma non è l’unica: altre birre degne di nota e abbastanza reperibili sono la Colomba (bianca) e la Serena, una bionda abbastanza leggera.

Per quanto riguarda i vini, la caraffa della casa propone solitamente un rosso corposo e forte, che bene si adatta con le specialità del luogo. Per chi è più raffinato i vini più apprezzati sono quelli di Patrimonio e di Calvi, ma sono ben otto le  A.O.C., corrispondenti al nostro Doc. Per saperne di più rimando a un’apposita pagina di Corsica.net.

Un digestivo tipico della Corsica, ma anche della Sardegna, è il mirto artigianale. Lo si trova praticamente ovunque, dai supermercati ai negozi di souvenir. Si tratta di un liquore abbastanza leggero (sui 24-25 gradi), ed è ottenuto dalla macerazione alcolica delle bacche pigmentate mature.

Per finire, c’è anche la Corsica Cola. Può sembrare una trovata per turisti, magari lo è anche, ma è piuttosto diffusa nei locali e nei minimarket. Questa cola non sembra voler imitare il prodotto americano: ha un gusto più silvestre, di erbe. Fresca, può essere un’idea per una serata sobria.

 

Tags: , , , , , , , , , ,